martedì 1 dicembre 2009

Diarios de motocicleta


Le stazioni radiofoniche passavano "This Love" dei Maroon 5 ad ogni ora del giorno. Io e la mia migliore amica abbiamo sempre amato cantare in macchina quando fa caldo e puoi tenere giù i finestrini. Nelle scorribande di quel periodo - era maggio 2004 - stavamo cercando di perfezionare l'interpretazione di quel brano: dopo aver stabilito che il ritornello diceva "this love has taken its toll on me" e non "it's taking it all from me" io stavo tentando di americanizzare il più possibile il mio accento da east-ender mentre Giulia era lanciatissima sulla prima strofa con il suo inglese da high-school student del Michigan. Prese dalla nostra performance canora ci accorgemmo di esserci lasciate il cinema Colosseo alle spalle quando intravedemmo l'incrocio in Porta Venezia. Dovevamo vedere l'appena uscito Diarios de Motocicleta, di Salles: il film sul Che prima di essere il Che, tratto dall'omonimo diario di viaggio di Ernesto Guevara, nonchè mio libro preferito.
Nel 1952, diversi anni prima della rivoluzione cubana, Ernesto Guevara De La Serna (Gabriel Garcia Bernal), studente di medicina, ed Alberto Granado (Rodrigo De La Serna), biochimico, partono da Buenos Aires con l'obiettivo di raggiungere Caracas. Avrebbero viaggiato per oltre 14,000 chilometri attraversando l'America Latina, in sella alla "Poderosa": la fedele motocicletta Norton 500 classe 1939 di Granado. Si dirigono verso sud, alla volta della Patagonia cilena, da dove risalgono lungo la Cordigliera delle Ande verso il Perù. Sulle strade sterrate della "Maiuscola America" ogni chilometro percorso sulla vechia moto è una conquista. I due affrontano il disarmante silenzio della Patagonia, le sue distese disabitate e le pianure schiaffeggiate dal vento che all'orizzonte sembrano convergere con il cielo. Attraversano il Cile e le sue variazioni cromatiche in equilibrio tra le Ande ed il Pacifico. Giungono in Perù, dove lavorano per tre settimane come volontari in un lebbrosario. Ripartono poi per Caracas, ultima tappa ed ultima pacca sulla spalla tra i due amici: Ernesto torna in Argentina, Alberto si ferma per lavoro in Venezuela. Non sono gli stessi ragazzi partiti nove mesi prima da Buenos Aires: le persone conosciute, con le loro storie e la loro vita, hanno contribuito ad arricchire il bagaglio di entrambi lasciando un segno indelebile di quell'avventura. Perchè questo è il film: avventura e amicizia.
Nel 2004, quando ho visto Diarios de motocicleta e i Marooon Five erano primi nelle hits mondiali, avevo "letto" soltanto il primo aspetto. Siamo uscite dalla sala, Giulia ed io, promettendoci che avremmo trovato il momento giusto per partire zaino spalla per nove mesi. Ovunque fosse, con o senza Poderosa. E ad entrambe sembrava ancora di sentirne il rumore, della Poderosa, mentre sfrecciavamo a finestrini abbassati su Viale Bligny per recuperare due kebab. Nel 2004 avrei venduto l'anima al diavolo - benchè sia atea - per seguire le orme di Ernesto ed Alberto e ritrovare la bussola di me stessa.

A fine 2009 mi trovo a ripensare a questo film. Ho ritrovato la mia bussola nonostante l'unica avventura che ho avuto il fegato di affrontare siano stati nove mesi di lavoro a Parigi. E mai come in questo momento venderei decisamente ancora l'anima al diavolo per poter partire con uno zaino ed una macchina fotografica. Nonostante questo, vedo in Diarios de motocicleta il risvolto dell'amicizia soprattutto. Lo sento distintamente, ora che Giulia ed io viviamo a un paio d'ore di aereo e non cantiamo più le hits con i finestrini abbassati ogni volta che ci pare, né facciamo la siesta dopo pranzo tra una lezione e l'altra o cinema più kebab house alla sera. Lo sento perchè nella vita non c'è niente di più rassicurante della presenza di qualcuno che ha esattamente le tue radici ma anche esattamente il tuo desiderio di scoprire. Con cui riesci a perderti in viale papiniano, ad escogitare un sistema assurdo per incrociarsi su rue de Rivoli, a farti gli stessi ragazzi restando sempre amiche, a lasciare emergere il tuo lato peggiore sapendo che l'altro è lì, pronto a tirarti per i capelli ed impedirti di fare cazzate. Oggi per lei è un giorno speciale e vorrei soltanto poter prendere un caffè insieme dopo per raccontarsi tutto, così come ci sono giorni in cui vorrei soltanto che la mia migliore amica fosse qui. Questo è il film ed anche la vita: viaggiare di fianco alle persone che contano, soffrire per le separazioni da loro, aspettare con ansia l'occasione di rivedersi, al Ligure per il marocchino di rito.










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