martedì 8 dicembre 2009

Paris

Non ho mai capito come la padrona della lavanderia in rue Lebon potesse dirmi "mademoiselle, vous etes toujours belle comme un coeur" ogni sabato mattina, quando sul far delle undici mi presentavo a ritirare le giacche: avevo addosso una settimana di trading nella più tremenda recessione dal 1929, mangiavo e dormivo male, ero molto nervosa per la tesi, non facevo una lampada da mesi e normalmente avevo addosso un paio di jeans modello hip hop ed una felpa. Data la sua età non troppo avanzata ho da subito escluso a priori che fosse cieca, il ché voleva dire che mi stava prendendo per il culo, con quel suo sorriso radioso.
Ricordatelo: i parigini sono falsamente gentili e adorano prendere per il culo, vi dovete adattare.
Iniziai ben presto a controbattere: "Je vous remercie madame. Et vous, vous etes toujours en pleine forme". Considerate che la mia interlocutrice era alta più o meno 1.60 e doveva pesare un'ottantina di chili, arrotondando per difetto.
Da rue Lebon, proseguivo per rue Rennequin, dove mi perdevo tra il vociare della gente tra i banchetti del mercato settimanale.
Parigi ha una tradizione molto antica di grandi mercati: leggete almeno alcune parti de "Le Ventre de Paris" di Zola e poi visitate il mercato di Belleville (13 arr) e la rue de Montorgeuil (1 arr): capirete che l'atmosfera "chez les marchands" è ancora quella descritta dal grande autore francese. Se come me amate la commistione culturale consiglio in particolare Belleville, che rappresenta il trionfo della Francia multietnica. Si trovano spezie e cibi maghrebini, artigianato africano, qualunque tipo di oggetto vi possa servire, anche il più strano. E' disarmante la cura estetica che i marchand mettono nell'esporre la merce: trovo che i banchi del pesce siano i più spettacolari, con il loro trabordare di coquillage atlantiche. Ogni sabato il vecchio del banchetto del pesce mi ripeteva che "Moi je suis pas d'ici, je suis breton, vous connaissez la Bretagne?". Rispondevo ogni sabato di sì, che ero stata da piccola e proseguivo verso rue de Courcelles dove mi aspettava il momento dolce della settimana: colazione al Parc Monceau. Starete pensando: "Sul tema parchi Londra batte Parigi 10 a 0". In effetti le aree verdi sono più ridotte, meno imponenti e decisamente meno "divertenti": non si possono fare grandiose pedalate o pattinate se non al Bois de Boulogne, all'estremo ovest della città. Tuttavia, i parchi parigini sono come il resto della città: tenuti alla perfezione, circondati da palazzi bellissimi, sfacciatamente belli. Merita una passeggiata soprattutto le Jardin du Luxembourg (6 arr.), voluto da Maria de Medici. Tra fontane, statue e fiori non vi mancheranno le lunghe distese d'erba di Hyde Park o del Regent. E soprattutto se ci andrete per uno spuntino non vi mancheranno gli orridi sandwich di Subway.
Abbandonate l´idea della dieta proteica a Parigi. In realtá, conviene abbandonare qualunque idea di dieta a Parigi: nessuna persona di buon senso potrebbe resistere di fronte alle fragranze emanate dalla prima boulangerie sul proprio percorso. A Parigi non sfornano brioche, ma opere d´arte, specie in alcune location storiche (Pain de sucre, rue Rambuteau; Alsace, rue Guillaume Tell; Strorher, rue de Montorgeuil; i vari Paul sparsi in città e la piccola boulangerie dei coniugi Guet in rue de Courcelles). Rue de Courcelles e´ stretta, costellata di lampioni vieux Paris e di edifici mansardati. Da decenni i coniugi Guet deliziano i palati dell´arrodissement in una bottega stretta all´angolo con rue Demours. Affrontavo l´onnipresente coda di parigini in lotta per la famigerata baguette campagnarde, l´ammiraglia dei prodotti dei coniugi: avremmo atteso tutti ore per accapararci un pain aux raisins e una baguette. Siete a Parigi: dimenticate le norme igieniche e quando arriva il vostro turno in una boulangerie, non indugiate, prendete la baguette di un metro avvolta in dieci centimetri quadri di tovagliolo senza tentare di farvela tagliare e mettere in una busta del pane come si fa nel resto del primo mondo. Eviterete di farvi insultare e di innervosirvi inultimente: uscite e gustatevi la baguette croccante e tiepida come sanno creare soltanto a Parigi, se non gioverá troppo all´indice di massa corporeo di sicuro vi rafforzerá il sistema immunitario.
Se sosterete abbastanza a lungo a Parigi capirete che é essenziale imparare ad essere aggressivi in francese. Io sono un soggetto incapace di discutere e di alzare la voce, ma a Parigi ho dovuto sforzarmi e dopo molti sforzi posso dire di aver raggiunto notevoli risultati. Ho superato il test del "mandare a cagare un parigino" in un negozio Darty sull´Avenue de Wagram. Ogni sabato per un paio di mesi, io e la mia coloc Gisela a turno cercavamo di risolvere il problema piú grave che puó succedere a due persone all´estero che devono consegnare una tesi di laurea il semestre successivo: essere prive di connessione veloce a internet. Non avevamo la lavatrice, il riscaldamento andava a singhiozzi e dividevamo l´appartamente con tre messicane a cui la civiltá non era mai passata vicino. Ci si adatta a tutto: lavanderie a gettoni, bucati a scrocco dai vicini, pigiami di pail abbatti-libido, guacamole lasciato giorni e giorni fuori dal frigo (non aggiungo altro), botillones organizzati dalle tre di notte in poi rigorosamente in settimana..ma senza internet non potevamo vivere, considerando che avevamo in teoria sottoscritto un abbonamento per wireless e adsl con l´operatore Darty. Rendetevi conto che non potevo vedere la Littizzetto su youtube! Ogni sabato cercavamo disperatamente di capire perché il modem non desse segnali e perché dovessimo pagare per non avere connessione, se non il segnale wifi sul mio pc craccato alla sera tardi dalle gentili vicine del terzo piano (avevo italianamente segnato di nascosto la password un giorno che ero salita implorando di fare una lavatrice con la mia faccia d´angelo scandinaveggiante). La situazione era: chiamavamo il numero d´assistenza, dicevano di andare in un negozio. Al negozio dicevano di chiamare l´assistenza. Un sabato, Gisela ed io affrontammo la situazione dopo un dolcissimo pain aux raisin dei coniugi Guet che ci aveva ben disposte al dialogo pacifico. L´impiegato a cui spiegammo per la milionesima volta la situazione sollevó un sopracciglio (tipico dei parigini che stanno per mandarti a cagare) e ci mitraglió con un "Jpeux rien faire lá, fautqvous appeliez l´assistance". Tentammo di spiegargli che avevamo chiamato una cinquantina di volte e che fooooorse il modem era da sostituire. I parigini amano ripetere: "Mesdemoiselle, jpeux rien faire lá, fautqvous appeliez l´assistance". Per la prima volta ho risposto da nervosa a qualcuno: "Mais putain, l'operateur i'madit qui'fautqjvienne chercher un nouveau modem! C'est vous qui va mdonner ça car jvais sortir d'ici seulement avec" (il tutto con la dovuta impennata di timbro sull'"avec"). In sequenza: il tizio scatta al magazzino a prendermi il modem, Gisela si gira, mi guarda a bocca aperta e commenta "Joder, parecias parisina". Da quel sabato abbiamo finalmente iniziato a scrivere le nostre tesi.
Il mio final paper- un copypaste imbarazzante delle note degli analisti della mia banca- veniva scritto nelle brevi pause che mi concedevo da mostre, cinema e musei. Qualunque guida compriate spenderà pagine ad illustrare i musei di punta della capitale, per non parlare dei monumenti. Io non sono per il turismo "da guida", tanti luoghi possono essere visitati in modo alternativo se si hanno a disposizioni un po' di giorni.
Al posto del giro sul batello, andate a bervi un drink o a cena su una "péniche": si tratta di batelli attraccati lungo la Senna adibiti a locale. Una serata al Charleston ad esempio - quai de la Gare (13 arr.) - non ha un "fair value" definibile in valuta. Invece di salire sulla Tour Eiffel insieme ad altri migliaia di persone, comprate un "bouquin" lungo la Senna (un libro usato)- ad esempio "Les fleurs du mal" - e prendetevi un paio d'ore per leggerlo sul prato dei Champs de Mars, con les Invalides alle spalle e rive droite di fronte. Non perdete tempo sugli Champs Elysées: sono assolutamente banali, dato tutto quello che offre la città. Piuttosto perdetevi a passeggiare tra il 16 ed 8 arr ed il 17 arr.: la Parigi dei parigini di nascita. Troverete banchi di fiori, negozietti e botteghe lontani anni luce dai megastores degli Champs, piccoli cafè e bistrots non assaltati dai turisti, dove godervi le pagine di un libro o un po' di musica. Una pausa imperdibile per gli amanti delle tisane è Mariage Frères sul Faubourg de Saint-Honoré (8 arr.): la famiglia Mariage apparteneva alla casta dei "hommes honorables" del XVII secolo, in quanto intrattenevano commerci di thè e spezie con la Persia e le Indie. I discendenti dei Mariage aprirono il primo salon de thé a Parigi nel 1854: un thé dai Mariage insomma, avvicina più alla storia di una foto scattata all'Arc de Triomphe da esibire come trofeo una volta rientrati a casa.
Ci sono due luoghi di Parigi che credo non sazino mai: il quinto piano del Musée d'Orsay e la Maison Européenne de la photographie (nel Marais). Il primo non ha bisogno di presentazioni: l'ala impressionista che racchiude i capolavori di Monet, Degas, Manet, Gauguin e compagni. Ho passato lunghi momenti imbambolata di fronte alle ballerine di Degas ed alla Provenza di Monet: il tempo passati a guardarli è sempre poco, anche se resti ore a lasciarti invadere da quei colori. Così come è possibile uscire dalla "Maison de photo" prima che un inserviente faccia gentilmente notare che stanno chiudendo: si tratta della raccolta di foto giornalistiche più incredibili che ho visto. L'ho scoperta con la mia migliore amica una domenica pomeriggio e ci sono tornata diversi pomeriggi, a togliermi di dosso la stanchezza. Questi due posti, più di ogni altro, vi fanno capire Parigi davvero: una città umanamente glaciale, dai ritmi selvaggi, connotata dalla solitudine. Ma affascinante oltre ogni descrivibilità e dunque, da conquistarsi.


Suggerimenti e idee:


3 commenti:

Anonimo ha detto...

parigi! impossibile dimenticare il w.e. di gennaio!mi hai fatto scoprire un'infinità di angoli speciali!

Unknown ha detto...

Davvero fortissimo quel w/e:)
felice che ti sia piaciuta la mini tourist guide:)

Xixi ha detto...

Genial Genial Genial 10 Points!! he reido toda sola con lo de DARTY - DIOSSSSSSSSSS!!! Que bueno!! Y le musee de la photographie nunca fui! Quando volvi queria ir y por tema horarios tampoc fui..pero Paris no se mueve de lugar. Es que ni me lo creo solo hace 365 dias! :D