martedì 17 novembre 2009

Inglorious basterds

Pulp Fiction sta ad Inglorious basterds come il blu intenso del mare Egeo sta alle poco invitanti sfumature della riviera romagnola (non se ne vogliano eventuali lettori di quelle zone, popolate da gente simpaticissima e cordiale e molto organizzate turisticamente se uno non parte dal presupposto di andare al mare per fare anche il bagno).
La fantatrama su cui sono costruite le due ore abbondanti di pellicola mostra le "gesta" di un gruppo di soldati americani in Normandia, la cui missione è spargere il terrore tra le truppe d'occupazione nazista attraverso imboscate a cui seguono torture di vario genere. La strada dei basterds capitanati da un crudelissimo ed antipatico Brad Pitt si incrocia con quella di una ragazza ebrea, unica superstite della sua famiglia all'occupazione ed in particolare allo spietato colonello nazista Landa. Sushanna gestisce un cinema a Parigi sotto falsa identità e reincrocia il carnefice della sua famiglia quando il suo cinema viene scelto per la proiezione della première di un filmetto di propaganda del regime, a cui presenzia lo stesso Hitler.
L'evento offre la situazione perfetta per ordire un attentato ai vertici tedeschi: i basterds, in contatto con alcune spie, presenziano alla prima spacciandosi per improbabili italiani. Il colonello Landa, giustamente insospettito dall'italianità di Brad Pitt scopre il plot e scende a compromessi con gil americani: loro avrebbero portato a termine l'operazione, assassinando Hitler e in cambio lui avrebbe patteggiato una cospicua resa. Qui l'unico messaggio che ho tratto dal film: tra bastardi senza gloria si parla la stessa lingua e si crede nella stessa ideologia.
Parallelamente, Sushanna stessa ha organizzato la sua vendetta personale verso il nazismo antisemita, riempendo di tritolo la sala. Il filmetto propagandistico infatti si chiude con una ripresa inserita da lei, in cui svela agli attoniti presenti che saranno uccisi da un'ebrea. Il cinema salta in aria e anacronisticamente si compie il fantadestino dei vertici delle S.S.
Il cerchio si chiude con la fuga dal luogo del massacro dei basterds con Landa al seguito. Quest'ultimo si arrende agli ormai vincitori della guerra, confidando nel rispetto del loro impegno nell'assicurargli la resa patuita. Il rispetto della parola data, tuttavia, implicherebbe gloria: a Landa viene marchiato a fuoco sulla fronte il simbolo della svastika, come consuetudine dei basterds con i nemici catturati.
La violenza gratuita di diverse scene mi ha lasciato molto perplessa, così come la totale astoricità della trama. Nota positiva: ho visto il film abbracciata ad un enorme cuscino, dietro cui ho potuto nascondermi durante le scene più crude, quindi non ho avuto incubi postumi.

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